La Stele di Rosetta
Il 15 luglio 1799, oggi 221 anni fa, il soldato delle schiere napoleoniche Pierre-François Bouchard, trovò questa pietra nelle immediate vicinanze della località di Rashid (Rosetta), dopo la sconfitta francese per mani britanniche; viaggiò da Alessandria a Londra dove è tuttora esposta al British Museum dal 1802.
Difficilmente poteva immaginare il Faraone Tolomeo V Epifanes, Re d’Egitto dal 204 al 181 aC., che un elemento, elaborato dopo la cerimonia della sua incoronazione ufficiale, avrebbe cambiato la storia dell’egittologia diventando la chiave per aprire alla conoscenza un linguaggio completamente indecifrabile.
La Stele di Rosetta è un frammento di granodiorite che venne utilizzato nel 196 A.C. per informare il popolo dell’instaurazione del culto divino al faraone. Data l’eterogeneità della popolazione egiziana dell’epoca, al fine di raggiungere la massima diffusione, il testo del decreto fu iscritto in geroglifico, nella parte superiore della pietra; ripetendolo in demotico (scrittura abbreviata dell’ieratico, che a sua volta lo era della geroglifica), nella zona intermedia; in greco, in fondo. Presentando essenzialmente lo stesso contenuto nelle tre iscrizioni, ha facilitato la chiave per la decifrazione della scrittura geroglifica, pietra miliare completata da Jean-François Champollion il 14 settembre 1822.